Al Castello Aragonese la mostra “Maschere in mostra”
Al Castello Aragonese la magia delle maschere. La maschera, oggetto che va indossato sul viso, realizzata con stracci gessati o in carta o cuoio, è diventata uno strumento di comunicazione con valenza etno-antropologica diversa per ogni epoca e parte del mondo. Questo non facilita il tentativo di tracciare la storia del manufatto che assume significati diversi a seconda del suo uso in ambito sacro e profano, mistico e religioso o in spettacoli di danza e teatro. Anticamente la sua funzione era quella di diventare lo strumento di comunicazione tra gli uomini e la divinità in rituali tribali, funebri e mistici e consentiva di proiettarsi in un mondo “altro”.
La maschera è sempre esistita e, nel tempo, ha assunto significati antropomorfici diversi anche se le etimologie della parola sono molte e più o meno veritiere. Sicuramente, si può concordare sul fatto che l’elemento maschera è ancor oggi legato sia al tentativo di dissimulare il proprio carattere per mostrarsi diversi da come si è nella realtà, che al travestimento scenico.
L’esposizione “Maschere in mostra” allestita all’interno delle sale del Castello Aragonese di Reggio Calabria dal 16 al 25 marzo 2024 (visitabile tutti i giorni negli orari di apertura del maniero e in occasione degli eventi serali di spettacolo previsti per il 22 e 23 marzo) vuole raccontare l’intrigante universo delle maschere. La mostra curata da Maschera Scenica, è promossa dall’associazione “Calabria dietro le quinte” nell’ambito delle iniziative culturali del Festival Nazionale del cabaret “Facce da bronzi”- X edizione – progetto cofinanziato dalla Regione Calabria PAC 2014-2020 e patrocinato dal Comune di Reggio Calabria e dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria.
“La maschera è un artefatto che racconta di un corpo che la indossa, di una festa o un rituale in cui è utilizzata e di un costruttore che l’ha realizzata. A questi tre aspetti è dedicato il caleidoscopico percorso della mostra – afferma il presidente di Calabria dietro le quinte Giuseppe Mazzacuva -. L’esposizione raccoglie 69 maschere provenienti da diversi atelier e collezioni italiane dei soci di Maschera Scenica e si potranno osservare e conoscere maschere di diverse tipologie: veneziane in cartapesta, larvali, esotiche, della Commedia dell’arte, contemporanee con materiali di riciclo ed esemplari originali concepiti ad hoc per spettacoli teatrali”.
In mostra quindi, le maschere della Commedia dell’Arte degli artisti Giovanni Balzaretti di “Teatro Agricolo” di Livorno, Leonardi Gasparri (Treia), Gianna Chiari e Alessio Sapienza della “bottega Anonimo Siciliano” di Roma. Le maschere larvali di Rosi Giordano dell’associazione “MarcroRitmi ETS” di Roma. Le maschere veneziane realizzate da Annamaria Scintu e Tommaso Toffolo de “La corte dei miracoli” di Venezia affiancate da costumi artigianali dell’epoca realizzati dall’artista René Bruzzese e concessi dalla Camera Regionale Arti e Moda Calabria – “UNICRAM”. Le maschere contemporanee di Mina Tinaburri e Ulrich Ernitz dell´”Atelier für physisches Theatre di Berlino”. Durante la mostra sarà possibile immergersi nella realtà virtuale con contenuti interattivi dedicati all’arte e al teatro.